Come conseguenza del divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione di amianto e di prodotti contenenti amianto (MCA), introdotto con la legge 257/92, si è assistito ad una massiccia immissione sul mercato di prodotti alternativi all’amianto.
Soprattutto grazie alla loro elevata resistenza termica, oltre che alla resistenza chimica, le Fibre Artificiali Vetrose (Man Made Vitreus Fiber, MMVF) rappresentano una valida alternativa all’utilizzo di amianto e trovano impiego nell’isolamento termo-acustico, come rinforzanti nell’industria tessile e nella coibentazione di componenti di impianti in cui vengono svolti cicli produttivi a caldo. Al gruppo generico di MMVF appartengono la lana di roccia (silicati vari), la fibra di vetro (materiali vetrosi) e le fibre ceramiche (miscele di ossidi e silice). Le fibre ceramiche hanno la maggior somiglianza, in termini di caratteristiche chimico-fisiche, con l’amianto e hanno quindi trovato il maggior impiego come materiali coibentanti ad elevate temperature.
Negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha mostrato particolare interesse verso le Fibre Artificiali Vetrose, sottolineandone la pericolosità per via inalatoria. La conformazione e soprattutto la dimensione delle fibre ne influenza la respirabilità, mentre la composizione chimica ne influenza la solubilità nei liquidi biologici.
La CIRCOLARE del MINISTERO della SANITÀ N. 4 del 15/03/2000 definisce il Diametro Geometrico pesato sulla Lunghezza (DLG-2ES), cioè il criterio discriminante per la cancerogenicità delle fibre. Solo le fibre in cui viene riscontrato un Diametro Geometrico Medio inferiore a 6 micron vengono considerate cancerogene, in quanto sono in grado di raggiungere gli alveoli polmonari.
Ultimamente nell’ambito CONFERENZA STATO-REGIONI DEL 25.03.2015 Intesa sulle Linee guida per l’applicazione della normativa inerente i rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute alle fibre artificiali vetrose (FAV). (SALUTE) Intesa, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131.
Lo studio Chimico Ambientale è in grado di effettuare la determinazione del Diametro Geometrico Medio, grazie all’utilizzo del microscopio ottico ed elettronico (SEM di cui è a disposizione.